giovedì 6 luglio 2017

Nissa dla Paja, non la superba Nice della Costa Azzurra. Ma qui, intorno alla cittadina monferrina, è il vino a essere superbo. Semplicemente, orgogliosamente: Nizza

Bottiglie di Barbera d'Asti Superiore Nizza: con l'annata 2014 il vino non è più sottozona,
 ma diventa autonomo, come Nizza Docg

Poker d’assi di Nizza. A Nizza. No, non siamo al Casinò di Nizza-Nice, sulla Costa Azzurra, patria di Garibaldi, ma a Nizza, vicino alle dolci colline del Monferrato, nell’Astigiano. Qui, pochi giorni fa, l’Associazione Produttori del Nizza Docg, Barbera in purezza, ha presentato 15 vini dell’annata 2014 (uno, in verità, già del 2015) in un wine tasting azzeccato e “colto”, per la mole d’informazioni che l’hanno accompagnato. Poi, la sera, grande festa con i produttori nel giardino di Palazzo Crova (sede dell’enoteca regionale e del ristorante-vineria La Signora in Rosso), con quattro valenti chef del territorio, che hanno cucinato ognuno un suo piatto da abbinare ai Nizza. Così, Piero Bicchi de I Caffi di Acqui Terme ha presentato un Cheese cake di faraona con vellutata di verdure (voto: 7,5). Walter Ferretto de Il Cascinale nuovo di Isola d’Asti, la Lasagnetta verticale al Parmigiano e zucchine, ragù speziato di galletto, strepitosa (voto: 10); Mariuccia Roggero Ferrero, del San
Cena festosa a palazzo Crova per il Nizza 2014
Marco di Canelli, la Guancia di fassona cotta morbida, salsa al Nizza, polenta croccante di mais, molto buona (voto: 8,5). Dulcis in fundo, Massimiliano Musso, del Ca’ Vittoria di Tigliole, una audace Rivisitazione del Bunet (voto: 7,5).
Nata il 1° Luglio, è il nome della manifestazione, giunta alla seconda edizione. Con l’inizio dell’estate si vuole festeggiare la nascita del vino Nizza, ufficialmente in commercio con l’annata 2014, invecchiato almeno 18 mesi (dal 1° gennaio successivo alla vendemmia), di cui almeno sei in legno. Per il Nizza Riserva i tempi si dilatano sino a 30 mesi, di cui 12 in legno.
Ma che cos’è questo Nizza, di cui fino a poco tempo fa non esisteva che una sottozona, sconosciuta ai più?  È il cuore pulsante, si potrebbe dire, della più vasta zona della Barbera d’Asti Docg. Il vino nasce nel 2000 , appunto come sottozona della Barbera d’Asti Doc Superiore; nel 2008 alla Barbera d’Asti viene riconosciuta la Docg. Con la vendemmia 2014 nasce la Docg Nizza: solo il nome del territorio per qualificare una Barbera d’eccezione. Il relativo disciplinare, già più restrittivo nella sottozona rispetto alla Barbera d’Asti “normale”, lo diviene ancor più con la conquistata Docg autonoma. Ora l’uva utilizzata dev’essere barbera al 100% (era il 90%). La resa per ettaro rimane a 70 q.li (ma per il Barolo, per esempio, è a 80) e si abbassa a 63 per il Nizza Vigna  (se cioè si vuole citare uno specifico cru riconosciuto da cui nascono le uve). Il territorio del Nizza, infine, è ridotto: 17 comuni, intorno a quello di Nizza, mentre la Docg Barbera d’Asti, ne comprende 169.

Per mantenere alta la qualità del Nizza, i 47 vignaioli che al momento aderiscono all’Associazione produttori vengono convocati una volta l’anno per una degustazione alla cieca dei loro vini. I risultati individuali vengono poi inviati dal segretario comunale in busta chiusa a casa di ognuno. Che così ha la possibilità di provvedere eventualmente a migliorare il vino.
L’Associazione produttori del Nizza ha fatto un’analisi minuziosa della zona di produzione individuando quattro tipologie di terreni, e censendo gli andamenti climatici delle varie annate, che riporta in un suo opuscolo piuttosto chiaro ed esauriente. Basti dire che le colline del Nizza si elevano tra i 150 e i 350 metri, con elevate profondità del suolo utili alle radici. Solo nelle zone sabbiose, in annate scarse di pioggia, il fattore idrico può farsi problematico, pur attenuato dalla presenza del
Battuta di fassone e flan di asparagi
del ristorante Tra la terra e il Cielo
limo.
Da notare la recente istituzione della Strada del Nizza (fa parte della Strada del vino Astesana), che lungo 40 km tocca molti dei punti più interessanti del territorio, a cominciare da Nizza e proseguendo poi per Castel Boglione, San Marzano Oliveto, Moasca (raccomandabile una visita al Castello trecentesco, di cui rimangono due torri imponenti e alcune mura, con una mostra di opere di artisti famosi, a rotazione, provenienti dalla collezione Davide Lajolo; e il ristorante Tra la Terra e il Cielo, al suo interno, di generosa cucina territoriale, che non disdegna però qualche riuscita puntata marinara). Sempre nel territorio di Moasca, da non perdere una delle due Big benches, le grandi panchine-opera d’arte del noto designer Chris Bangle; la seconda si trova a Castelnuovo Calcinea, cui si giunge dopo una tappa ad Agliano Terme: anche qui, una torre antica, lo splendido panorama dell’Astesana e due sorgenti termali di acqua salso-magnesica: Fons Salutis e Fons San Rocco. Basta non esagerare con l’acqua (fa venir le rane allo stomaco, dice un vecchio adagio popolare). Dunque, torniamo al vino.
Una degustazione di quindici bottiglie, seguita in un secondo tempo dall’assaggio conviviale di altre 5 o 6, non è comparabile a quelle professionali eseguite dalle varie associazione di categoria o nei concorsi. Ma da questa esperienza ho scelto a mio pur sindacabile giudizio, quattro vini che si elevano sugli altri. Tutti del 2014, un’annata altalenante nell’andamento climatico, che ha portato, a detta degli esperti, a una maturazione delle viti non ottimale in agosto, corretta in parte a settembre da un tempo più stabile. Una ragione in più per rendere onore al merito di chi è riuscito a produrre vini non solo corretti, ma fuori dal comune.
Ecco i magnifici quattro.

PianoAlto, Nizza Docg 2014, prodotto da Bava. Colore rubino intenso, profumi floreali e anche di piccoli frutti (mirtilli, “bosco”); sapore ricco, complesso, pur fresco; qualche increspatura tannica, che si attenua e anzi si fonde mirabilmente quando il vino viene accostato a un piatto di carne salsata, come il roston, brasato di sanato e tartufo.
Circa 12mila bottiglie, sui 15 € l’una.
La barbera per questo vino proviene dalla vigna più vecchia della Cascina PianoAlto di Crena, ad Agliano. Il vino matura in fusti piemontesi da 15 hl, in legno nuovo, poi viene imbottigliato direttamente dalla botte senza subire processi di flitrazione.
Az. vitivinicola Bava, strada Monferrato 2, Cocconato d’Asti, www.bava.com



Cipressi, Nizza Docg 2014, prodotto da Michele Chiarlo.  Colore porpora/rubino; profumi netti di frutti di bosco, che si evolvono in aromi speziati (chiodo di garofano), con accenni mielati e di tabacco. In bocca è pieno, quasi polputo, con bei tannini tendenzialmente dolci e un accenno minerale, che dona sapidità. Da abbinare a una pasta con ragù di pollame o coniglio; anche a vitello tonnato (in questo caso, un po’ più fresco, sui 15°).
Circa 25mila bottiglie, sui 14 €.
L’uva è quella del vigneto del podere La Court di Castelnuovo Calcea (noto anche per il suo Parco artistico Orme su La Court), il cui terreno è ricco di magnesio. Da queste vigne nasce anche il Nizza Vigna Veja, una versione più complessa ed elitaria del Nizza Cipressi.
Michele Chiarlo, strada Nizza-Canelli 99, Calamandrana, www.chiarlo.it



Nizza Docg 2014, prodotto da Olim Bauda. Colore rosso porpora; profumi di frutta rossa (dal lampone al ribes), lievi di ginepro e rosa. Sapore fresco, avvolgente, con tannini piuttosto soffici. Da accostare, in via elettiva, a un bello stinco di maiale con patate.
Circa 12mila bottiglie, sui 27 €.
Selezione manuale delle uve nella stessa tenuta in cui ha sede la cantina; fermentazione in tini d’acciaio, poi maturazione in botti di rovere da 25 hl, per 2,5 anni. Ulteriore affinamento in bottiglia.
Tenuta Olim Bauda, strada Prata 50, Incisa Scapaccino, www.tenutaolimbauda.it




Dedicato, Nizza Docg 2014, prodotto da Villa Giada – Andrea Faccio. Colore porpora/rubino; profumi intriganti di frutti rossi (mora, ciliegia sotto spirito), spezie, leggero sentore di caffè. Sapore fresco, corpo e struttura evidenti, tannini pure evidenti ma sottili, finale sapido. Coppa di maiale arrosto e bollito misto alla piemontese fra i piatti più raccomandabili per l'abbinamento.
Circa 5mila bottiglie, sui 26 €.
Dal vigneto della Cascina Dani di Agliano Terme una selezione di uve da viti ultrasettantenni, con rese abbassate a 50 q.li per ettaro. Vinificazione in acciaio e maturazione in piccole botti di rovere francese da 300 litri per circa 20 mesi, poi lungo affinamento in bottiglia.
Villa Giada –Andrea Faccio, regione Ceirole 10, Canelli, www.andreafaccio.it
      

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